Lasciamo perdere le quisquilie di un referendum, dell’euro e della lira, e di altra robetta.
Parliamo di dove va la nostra società, o meglio, di dove vogliono farla andare certi figuri che hanno il potere.
Per esempio, dov’è finito l’apparato giudiziario? Sepolto sotto una serie di leggi “ad personam” che lo hanno bloccato. Non c’è più un’indagine decente che approdi a un tribunale e a una sentenza.
Ovvia reazione allo strapotere di Tengentopoli, potrebbe dire Filippo Facci. Già, ovvia, ma non mi pare che la corruzione sia finita.
E comunque, alla fine di un processo c’era condanne ma anche assoluzioni. Con tutte le sue magagne, il giudice fa comunque da contrappeso alla repressione indiscriminata. I politici, evidentemente (e non solo di centrodestra, si pensi alla riforma dell’articolo 113 fatta dal Governo D’Alema) desiderano mani libere, e non più mani pulite.
E questo ha un contraccolpo immediato: siccome c’è qualche problema terroristico, questo Governo ha ben pensato di dare più potere alle forze di polizia. Lo avete visto, no? Grande spazio alle operazioni, agli arresti… se poi un giudice dice che sono stati arbitrari, no, lì il garantismo non ha spazio.
E poi grandi parate militari, soldi a missioni di guerra (che servono come scusa infima davanti agli sforamenti di Maastricht…), alzabandiera in quantità, il poliziotto di prossimità, il carabiniere di quartiere. Repressione invece di prevenzione, il cittadino è guardato a vista.
Se non sbaglio, questo si chiama fascismo.