Mica un Santo(ro)

A me, l’intervento di Michele Santoro da Celentano non è dispiaciuto, magari qualche blogger più sinistrorso avrebbe voluto un bell'”antiproclama”, anche se bastavano le squinternate pause del molleggiato, che, per inciso, fa sempre lo stesso programma da almeno dieci anni.
Un uomo emozionato, stanco, provato, ma innamorato di quel che vorrebbe fare.
Però bisogna sempre ricordare, e mai mitizzare. In fondo, Santoro è un uomo di Tv, è entrato in Rai grazie a fortissimi appoggi politici, e a suo modo è (stato) un uomo di potere, finché il potere gliel’ha concesso. E’ vero, ha rotto le scatole a tutti. Ma attenzione, che in fondo è uguale a tutti gli altri.
Quanto poi ai vari epurati “bulgari”, diciamo che mi manca molto Enzo Biagi, ma non certo Luttazzi: il suo “Satyricon” era una trasmissione brutta, lenta e fatta male. Molto, molto meglio il vecchio “Barracuda”, che poi Satyricon aveva ricopiato fedelmente, con un po’ più di volgarità gratuita. Molto molto molto meglio ancora, quando Luttazzi era trattenuto per le briglie dalla Gialappa’s, con i vari Fontecedro (cosmico!), Panfilo Maria Lippi e l’annunciatrice di Rete4.
Inutile dire che Berlusconi, a Sofia, aveva fatto solo i nomi di questi tre (Buiagi, Santoro e Luttazzi, non la Gialappa’s!): nel tempo si sono “autoaggiunti” a questa lista di proscrizione – cercando di ottenere un po’ di pubblicità – anche Fabio Fazio (!), e pure il buon Marco Travaglio, che prima dell’intemerata da Luttazzi era semisconosciuto, poi si è avviato verso una fulgida carriera di opinionista.