Il tempo che passa mi svela tutti i miei limiti. Avviato senza scampo verso la morte. Ho paura di questo “tempo che passa”. E cerco di difendermi. Sfuggo al problema in due modi.
In un primo momento provo a dominare il tempo.
Esibisco tutto il mio avere, tutto il mio “potere” sulle persone, tutto il mio apparire.
– Accumulo denaro e lo spendo come voglio, diventando “padrone” del mio tempo e di quello degli altri. Ricerco il piacere in tutti i modi, di giorno e di notte, con emozioni sempre più forti. Il tempo è il tempo del godere.
– Cerco di far pesare sugli altri il mio potere: si ricorderanno per sempre di me.
– Con il mio “look” posso dimostrarti il mio dominio sul tempo: la cura esagerata del corpo, la mania della salute, l’aspetto sempre più giovane. Ostento ricchezza, potere, sicurezza, salute, attivismo… Esorcizzo l’angoscia del tempo che mi sfugge dalle mani… ma sono colmo della paura di una morte che avrà l’ultima mossa.
In seguito, per dimenticare, per rimuovere questa paura, percorro un’ altra strada. Non potendo più dominare il tempo, fuggo la mia storia e la storia del mondo. Si spengono i desideri, i progetti, le vere passioni. Da un illusorio dominio alla fuga senza meta, come vagabondi. Invento ad arte una evasione, una parentesi, dal venerdì sera alla domenica sera (domenica con la “d” minuscola). Quando arriva chiara “l’illusione” di tutto quel possedere e di tutto quel fare ed emerge la mia solitudine, “consegno” la mia vita a qualcosa o a qualcuno che sottrae alla fatica del pensare e del volere. La vita diventa drogata e anestetizzata dai consumi, frantumata in mille “istanti” che non mi consentono più di capire chi sono, cosa voglio, dove voglio arrivare.
Tra l’illusione del possedere il tempo e la disperazione per il suo venirci meno che ci spinge alla fuga, giunge la bellezza dell’annuncio del Vangelo.
Tra il dominare il tempo e l’evasione per paura, c’è il VIGILARE. Gli occhi della civetta nel buio. Il “vigilare” richiama molti aspetti.
– E’ il vigilare attento del soldato.
Si tratta di prestare attenzione durante le veglie della notte in modo da impedire al nemico di entrare nell’accampamento.
– E’ il prendersi cura della mamma.
La mamma sembra dormire ma è attentissima ad ogni suono e ad ogni gesto del suo bambino.
– E’ richiamo alla capacità dello sguardo della civetta che vede anche nella notte.
Oltre ogni attesa dell’uomo giunge il sorprendente avvento di Dio.
L’ha scritto un mio amico in una specie di blog