La Regione pagana

Sì, vabbè, lavorando in Friuli Venezia Giulia mi sono soffermato su considerazioni relative a questa Regione, dopo le Politiche e le Amministrative.
Ma se allungo lo sgurdo al “mio” Veneto, dove ancora risiedo assieme alla mia famiglia, non posso che osservarne la desolazione politica. Un territorio che una volta si diceva “bianco”, cioè cattolico e quindi democristiano, in realtà coltivava il verme del paganesimo che adora il dio denaro, e adesso si affida alla Lega modello-Gentilini e a una Forza Italia incarnata nell’arroganza di Giancarlo Galan, o meglio, delle sue parole violente e offensive.
Sempre più pancia e sempre meno cervello. Di padronicini straricchi che allevano figli degeneri e dietro i sepocri imbiancati della “famiglia” hanno l’amante, vanno a puttane, delocalizzano quelle aziende che erano state tirate a lucido dal sudore dei loro operai. Alla tv guardano il Grande Fratello o i tronisti, e i loro figli sognano quella carriera là.
Stanno devastando un territorio – e votano politici che glielo lasciano fare – a furia di capannoni, cave e discariche. Vogliono le autostrade, salvo poi intasarle non di camion ma di SUV.
Hanno ospedali a ogni svoltata d’angolo, ma quelli dei “nemici” comunisti vanno depotenziati e lasciati marcire, anche se sono nuovi di zecca come quello di Mestre, che già sa che rimarrà senza cardiologia anche se è il più moderno d’Europa.
Hanno la colf filippina e i dipendenti moldavi, ma per loro i delinquenti vengono tutti “da fuori”. Come se Pietro Maso non fosse mai stato l’autore del più assurdo dei delitti, come se Felice Maniero non fosse stato il capo della mafia – non siciliana – più potente e più sanguinaria d’Italia.
E’ una “sacrestia” che sa di tanfo e muffa.